Sensibilità dentale
La sensibilità dentale e tutte le sue caratteristiche
Sempre più spesso si sente utilizzare, in televisione e non solo, il termine “sensibilità dentale” nell’ambito di campagne pubblicitarie di dentifrici e collutori. Ma di cosa si tratta realmente?
Utilizzando il termine sensibilità dentale si fa riferimento ad un senso di dolore o fastidio che viene avvertito da un soggetto nel momento in cui i denti reagiscono in maniera esagerata ad uno stimolo esterno, che può essere di natura termica, tattile, meccanica o chimica.
Tale reazione è causata dall’usura dello strato protettivo e più molle della dentatura, lo smalto, ed ha come conseguenza l’esposizione della dentina, vale a dire la struttura principale del dente dentro la quale sono contenute la polpa, i tubuli e le fibre nervose.
Gli elementi che portano a questo eccessivo consumo dello smalto possono essere diversi e, talvolta, essere sintomi, cause o conseguenze di danni più gravi del semplice dolore o fastidio.
Tra questi possiamo ritrovare, ad esempio, un accumulo di placca in una porzione di dentatura, oppure le abrasioni al dente, le quali sono causate da un errato spazzolamento nel corso dell’igiene orale, che a lungo andare può portare ad una condizione di recessione della gengiva (di cui il l’ipersensibilità dei denti può essere sintomo in caso di età avanzata), oppure le erosioni, causate da un eccessivo consumo di cibi e bevande dolci.
Come comportarsi quando c’è una condizione di sensibilità dentale in corso
In questo caso è particolarmente importante rivolgersi ad un odontoiatra perché, nei casi più gravi, potrebbe non trattarsi di erosione bensì di carie, richiedendo quindi che si intervenga di conseguenza.
Un’altra causa dell’ipersensibilità dentale che in gran parte dei casi richiede l’intervento di uno specialista è la scheggiatura o la rottura di un dente. O ancora, la sensibilità del dente può essere provocata dalla perdita o dalla necrosi di una porzione di tessuto gengivale.
Tuttavia, come anticipato in precedenza, la sensibilità dentale può essere un segnale, oltre che una causa, anche di danni e problemi maggiori. Uno di questi è il bruxismo, ossia un disturbo che porta il soggetto a digrignare i denti durante la notte a causa di un movimento involontario muscolare e della mandibola. Questo problema è, nella maggior parte dei casi, facilmente risolvibile mediante l’applicazione di bite antibruxismo, dispositivi in gomma che impediscono il digrignamento.
Un altro problema che può evidenziare la sensibilità dentale come sintomo è la gengivite, un’infiammazione delle gengive che, se trascurata, può portare alla malattia parodontale.
In alcuni casi, la sensibilità dei denti è da considerarsi un effetto collaterale di errate terapie o di interventi come ad esempio lo sbiancamento dei denti o l’applicazione di un nuovo impianto dentale. In questi casi, comunque, il dolore ha un andamento benigno e scompare da solo nel giro di qualche ora.
Scopri se i tuoi sintomi sono riconducibili alla sensibilità dentale
Ti stai chiedendo quali sono i sintomi che possono essere ricondotti ad una sensibilità dentale? Va innanzitutto precisato che il dolore provato non coinvolge necessariamente un solo dente, ma può essere percepito e descritto anche come sordo e su più denti, anche se in assenza di carie o altri disturbi pregressi.
Il male in questione viene solitamente avvertito nel momento in cui il dente entra in contatto con stimoli che, solitamente, non causano dolore o fastidio, come ad esempio bevande o cibi freddi o eccessivamente caldi, oppure sostanze agrodolci o, in qualche caso, anche il semplice tocco con la mano.
Nei casi più gravi e in cui la sensibilità dei denti potrebbe essere un evidente sintomo di un’altra patologia, si può percepire dolore anche a seguito di una banale aspirazione di aria, non necessariamente fredda, dalla bocca.
Per quanto questa tipologia di dolore possa presentarsi in soggetti di qualsiasi genere o età, le persone più colpite sono le donne, individuate specialmente in una fascia di età tra i venti e i quarant’anni, oppure i soggetti con patologie odontoiatriche pregresse.
Il trattamento della sensibilità dentale
Le principali raccomandazioni riportate dagli odontoiatri per evitare questo tipo di problema sono, oltre che delle periodiche visite di controllo, anche la corretta igiene dei denti ed una corretta alimentazione, cercando di limitare l’assunzione di cibi e bevande particolarmente zuccherate e/o troppo acide.
Tuttavia, nel caso in cui si incorra in questa patologia, è raccomandata innanzitutto una visita dal dentista di fiducia per poter escludere eventuali problemi dentali più gravi e complessi.
Successivamente, verrà concordata una cura mirata, variabile a seconda del grado di gravità della sensibilità e che prevederà l’utilizzo di principi attivi come come il fluoruro di sodio, una sostanza in gel da applicare sull’area interessata, oppure il fosfato di calcio o l’idrossinanopatite.
Ti potranno anche essere prescritti dentifrici o collutori che contengano però un principio attivo a base di fluoruro stannoso o nitrato di potassio. Nei casi più gravi di usura, può venire impiegato nel percorso di desensibilizzazione dentale un trattamento al laser, mirato a ricristallizzare la dentina.
Utilizzando un fascio di luce preimpostato ad una specifica lunghezza d’onda, il laser permette l’assorbimento in profondità di una apposita vernice che permette, in breve tempo e generalmente senza l’utilizzo di anestesia, la ricostruzione della dentina.
Come sempre prevenire è meglio che curare
Naturalmente, i dentisti raccomandano sempre di seguire altre semplici e basilari regole, valide sia per prevenire che per curare questo fastidio.
Tra queste troviamo: l’adozione di una corretta tecnica di spazzolamento, che non deve essere eseguito con troppa forza, la cura dell’igiene orale quotidiana, ricordando che i denti andrebbero lavati tre volte al giorno e che è buona norma attendere mezz’ora dalla fine del pasto prima di procedere alla pulizia, da eseguire anche con il filo interdentale e, in caso di necessità, l’utilizzo di un dentifricio specifico per denti sensibili e di uno spazzolino a setole morbide.
Come già accennato, meglio evitare l’assunzione di cibi e bevande considerati acidi e, soprattutto, ricorda che è importante una periodica pulizia dei denti da svolgere presso un igienista, almeno una volta ogni sei mesi.