Digrignare i denti

Digrignamento denti

Digrignare i denti: un fenomeno frequente da non sottovalutare

Anche se potresti non rendertene conto, il tuo problema potrebbe essere il bruxismo, ossia la tendenza a digrignare i denti.

Questo fenomeno è solitamente difficile da individuare per chi ne soffre, se non per i sintomi già citati, perché il digrignamento avviene in maniera inconsapevole e spesso durante il sonno.

Se pensi che questo possa essere la causa dei tuoi problemi, continuando a leggere potrai scoprire più dettagli sulle cause, conseguenze e sui rimedi per il bruxismo, nome con cui viene identificata la tendenza di digrignare i denti.

In cosa consiste esattamente il bruxismo

Si definisce bruxismo l’attività muscolare che porta al digrignamento dei denti, ossia la chiusura e lo sfregamento dei denti gli uni sugli altri. Talvolta può presentarsi in forma statica, con il solo contatto dentale tra le due arcate senza digrignamento; secondo gli specialisti anche questo andrebbe evitato, perché potrebbe evolversi una forma di bruxismo vera e propria e perché comporta comunque l’affaticamento dei muscoli masticatori, con le conseguenze a ciò associate.

Il bruxismo si verifica prevalentemente nel sonno, ma in alcuni casi può essere presente anche durante il giorno. Nonostante ciò, resta difficile per la persona che ne soffre accorgersene.

Esattamente come mangiarsi le unghie o mordicchiare una penna, si tratta del tipico comportamento adottato sovrappensiero. Proprio per questo motivo, il digrignamento dei denti, più che un disturbo vero e proprio, è considerato una parafunzione, ossia un movimento fisiologicamente possibile ma senza uno scopo e potenzialmente dannoso.

Come ci si accorge di soffrire di bruxismo

Come già sottolineato, spesso non è la persona che ne soffre ad accorgersi di avere questo problema. Talvolta è il partner a segnalare che durante il sonno la persona affetta da bruxismo emette strani suoni, riconducibili al digrignamento dei denti. Ciò però non è sempre possibile, perché non sempre il digrignamento è rumoroso (o perché alcuni partner hanno il sonno molto profondo!).

Negli altri casi, è l’odontoiatra ad accorgersi del problema, notando i segni dell’usura causata dal bruxismo. Il passaggio successivo è quello di determinare le possibili cause, di natura odontoiatrica o meno. Lo specialista potrebbe quindi innanzitutto prescrivere degli esami diagnostici, come ad esempio una radiografia ortopanoramica per verificare l’eventuale presenza di malocclusioni, ossia un disallineamento delle arcate dentarie, oppure una polisonnografia per esaminare la qualità del sonno del paziente.

Il bruxismo può originare da vari fattori.

Non esiste una singola causa alla base del digrignamento dei denti, ma possono essere fatte varie ipotesi. Ne abbiamo già nominate due: la malocclusione delle arcate e alcuni disturbi del sonno, come ad esempio le apnee notturne.

Un’altra causa piuttosto comune è la presenza di forte stress. Spesso sono le stesse persone che ne soffrono a notare la comparsa dei sintomi in periodi di maggiore tensione e ansia e la scomparsa quando la situazione torna ad essere serena.

Nei bambini, inoltre, è possibile la comparsa del bruxismo notturno associata ad otiti o dolori ai denti come tentativo inconscio di liberarsi del dolore dentale.

Anche l’assunzione di alcuni farmaci, ad esempio alcuni neurolettici e antidepressivi, può comportare come effetto collaterale un’attività muscolare anomala che può manifestarsi come bruxismo. In questo caso è necessario segnalarlo al medico che li ha prescritti, che provvederà se possibile a sostituire i farmaci o modificarne il dosaggio.

In individui che soffrono di malattie neurodegenerative, il digrignamento può comparire come effetto del malfunzionamento dell’attività muscolare, coinvolgendo la muscolatura masticatoria.

Infine, altre possibili cause possono essere:

  • L’abuso di alcol
  • L’uso di sostanze stupefacenti
  • Lacaffeina o il fumo

La predisposizione famigliare.

Conseguenze del digrignamento dei denti

Al di là del fastidio causato ai partner dormienti e dell’affaticamento muscolare, il bruxismo causa in realtà delle conseguenze, anche gravi, sulla dentatura. Lo sfregamento, infatti, comporta un danno allo smalto dentale, cioè lo strato più esterno del dente che ha la funzione di proteggere gli stati più interni.

L’usura dello smalto comporta quindi una maggiore sensibilità al caldo e al freddo (la tipica sensazione che proviamo in estate quando scegliamo di rinfrescarci mangiando un buon gelato) e una facilitata insorgenza di carie. Inoltre, alla lunga i denti possono scheggiarsi e persino diventare mobili, comportando anche conseguenze sulle gengive.

Ma non è soltanto la dentatura a risentire del digrignamento. Come già detto, i muscoli della masticazione risentono di questa attività fisica di troppo e questo può arrivare a causare dolori articolari alla mandibola con effetto a cascata su volto, collo e capo.

Infine, ma non meno importante, il bruxismo può diminuire la qualità del sonno, aggiungendo ai già numerosi sintomi anche sonnolenza diurna e irritabilità.

Come curare il bruxismo.

Se siete arrivati a leggere fino a qui, sarete ormai convinti che si tratta di un problema a cui porre rimedio il prima possibile. Quali sono quindi le possibili soluzioni?

Non esiste purtroppo una soluzione univoca al problema, per via appunto della molteplicità delle possibili cause. È tuttavia possibile adottare delle strategie per prevenire le conseguenze del bruxismo, la prima delle quali è l’utilizzo di un bite dentale, un paradenti che può essere utilizzato durante la notte e che ha la doppia funzione di impedire lo sfregamento dei denti ed eventualmente correggere la posizione della mandibola, migliorando la funzione masticatoria.

Se il digrignamento avviene anche durante il giorno, quando quindi non è praticabile la soluzione di indossare un bite, è necessario imparare come tenere a bada questo comportamento inconsapevole utilizzando degli espedienti, ad esempio impostando delle sveglie sul cellulare che ricordino periodicamente di non stringere o digrignare i denti.

Nella scelta del trattamento, è sempre bene valutare quale sia l’origine del problema per agire direttamente a monte. Nei casi in cui il bruxismo compaia come sintomo di elevati livelli di ansia e stress, potrebbero essere consigliabili lo yoga, il training autogeno o l’intervento di uno specialista in odontoiatria.

Infine, per rimediare al danno causato alla dentatura, l’odontoiatra potrebbe prescrivere un dentifricio fluoro per rimineralizzare lo smalto e contrastare l’erosione oppure, nei casi più gravi, potrebbe essere necessaria la ricostruzione della dentatura.